
10 Opere da non Perdere alla National Gallery
La National Gallery di Londra è senza dubbio uno dei luoghi più straordinari per chiunque abbia una passione per l'arte. Riconosciuta come una delle gallerie d'arte più vaste e influenti a livello mondiale, questa istituzione prestigiosa si trova nel cuore di Trafalgar Square.
L'accesso è gratuito, seguendo la pratica comune dei musei statali britannici, sebbene i visitatori siano incoraggiati a fare donazioni volontarie per sostenere l'importante lavoro culturale svolto dalla galleria.
La National Gallery ospita una collezione eccezionale di opere d'arte provenienti da diverse epoche e regioni del mondo. Dai capolavori del Rinascimento alle opere degli impressionisti, ogni sala è un viaggio attraverso la ricca storia dell'arte occidentale. La diversità delle opere esposte richiede una pianificazione oculata per assaporare appieno l'esperienza artistica che questa galleria offre.
Così per aiutarti nella scelta condividiamo con te la nostra top 10 di cosa vedere nella National Gallery, e le opere da non perdere, in ordine!
1. L'esecuzione di Lady Jane Grey – Paul Delaroche (Sala 38)

Quest'opera drammatica e struggente è uno dei dipinti più celebri e commoventi dell'intera National Gallery. Realizzata nel 1833 dal pittore francese Paul Delaroche, raffigura l'attimo precedente l'esecuzione di Lady Jane Grey, regina d'Inghilterra per appena nove giorni nel 1553.
Lady Jane, appena sedicenne, è rappresentata con una tunica bianca e gli occhi bendati, mentre cerca con le mani il ceppo su cui poggiare la testa. La scena è immersa in un’atmosfera teatrale e carica di pathos, accentuata dai forti contrasti di luce. Il realismo dei dettagli e la delicatezza della figura centrale rendono l’opera profondamente toccante.
2. La Vergine delle Rocce – Leonardo da Vinci (Sala 51)

Leonardo da Vinci qui raffigura, in una grotta sovrastata da rocce, la Vergine Maria insieme al piccolo San Giovanni e a un angelo, inginocchiati per adorare Gesù bambino. Questa tavola faceva parte di una pala d’altare prodotta per la chiesa di San Francesco Grande di Milano e andò a sostituire un’opera estremamente simile ora conservata al Louvre.
Impossibile non rimanere colpiti dalle figure, che grazie ad un’avanzatissima tecnica pittorica riescono ad emergere misteriosamente dall’oscurità .
3. Sansone e Dalila – Peter Paul Rubens (Sala 18)

Il dipinto raffigura il momento in cui Dalila tradisce Sansone tagliandogli i capelli, fonte della sua forza sovrumana. Rubens mostra la vulnerabilità di Sansone e l’espressione ambigua di Dalila, tra compiacimento e inganno.
La scena, resa con colori vivaci e dettagli ricchissimi, trasmette la drammaticitĂ della narrazione biblica.
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4. Marte e Venere – Sandro Botticelli
Il quadro si presenta enigmatico nel suo significato, ma può essere interpretato come simbolo dell’armonia dei contrari, incarnata dalla coppia Marte-Venere. L’equilibrio della composizione e la bellezza ideale dei protagonisti riflettono il pensiero neoplatonico fiorentino.
5. Il Battesimo di Cristo – Piero della Francesca (Sala 66)
Un’opera di straordinaria armonia matematica e spirituale, lodata come uno dei capolavori assoluti della Galleria. Piero della Francesca utilizza la prospettiva con rigore geometrico, creando un paesaggio sospeso tra misticismo e razionalità .
6. I bagnanti ad Asnières – Georges Seurat (Sala 44)
Capolavoro del puntinismo, rappresenta ragazzi che si rilassano lungo la Senna. Seurat non mescola i colori ma li accosta in punti puri, lasciando che sia l’occhio dello spettatore a fonderli.
Un’opera calma, statica, quasi silenziosa. Fu completata a soli 25 anni.
7. I Girasoli – Vincent van Gogh (Sala 43)

Il girasole era il fiore simbolo di amicizia per Van Gogh. In questa versione celebre, i fiori vengono ritratti nelle varie fasi del loro ciclo vitale: freschi, maturi, appassiti. Un’allegoria dell’effimero, resa con lo stile vibrante e impetuoso dell’artista.
8. La Venere allo specchio – Diego Velázquez (Sala 30)

Un inno alla sensualità femminile, dove Venere si specchia mentre Cupido regge lo specchio. L’opera colpisce per l’equilibrio compositivo, la morbidezza dei toni e il realismo nella resa della pelle e dei tessuti.
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9. Whistlejacket – George Stubbs (Sala 34)

Ritratto a grandezza naturale di un cavallo campione, dipinto senza sfondo per esaltare l’animale. Le zampe sollevate ricordano la posa nobile dei ritratti equestri, ma qui il protagonista è solo il cavallo, libero da qualsiasi figura umana.
10. Gli Ambasciatori – Hans Holbein il Giovane (Sala 4)

Questo ritratto doppio è celebre per la presenza anamorfica del teschio: visibile solo da un’angolazione laterale. Un simbolo della vanità e della morte nascosta nella ricchezza e nel sapere umano.
Ricchissimo di dettagli simbolici (strumenti musicali, mappamondi, strumenti scientifici), è un manifesto del pensiero rinascimentale.